È stata soprattutto la ‘corsa’ all’acquisto utile, a caratterizzare il Natale 2010. I modenesi hanno regalato pc portatili, biancheria intima, libri, ma in particolare tv di ultima generazione e prodotti alimentari tipici del territorio. Interessanti anche i dati relativi ai consumi nei pubblici esercizi, in particolare dei bar, nei giorni che hanno preceduto le feste: il rito dell’aperitivo è stato scelto, non solo per una pausa dallo shopping, ma anche per scambiarsi gli auguri con gli amici. È questo il bilancio che traccia Confesercenti Modena a seguito dell’indagine condotta dai primi di dicembre alla vigilia di Natale, sull’andamento dei consumi e degli acquisiti relativi al periodo natalizio. Andamento, positivo per il 74% degli operatori commerciali monitorati – con un incremento degli affari rispetto lo scorso anno, per il 33% degli intervistati – e per il 72% dei gestori di pubblici esercizi, in particolare quelli dei bar. “Una boccata d’ossigeno importante – tiene a sottolineare Confesercenti Modena – che arriva dopo un altro anno difficile per l’economia modenese e per il commercio, caratterizzato da un andamento delle vendite decisamente debole per molti mesi. E che soprattutto, fa ben sperare anche per il periodo dei saldi ormai alle porte”.
I settori analizzati
L’indagine ha interessato 110 imprese associate a Confesercenti in tutta la provincia, operanti in 10 diversi settori: alimentare, giocattoli, libri, profumeria, abbigliamento, elettronica di consumo, telefonia, elettrodomestici, gioiellerie ed infine bar e ristoranti. Tre le domande rivolte ai titolari delle imprese per avere un quadro della situazione: qual è stato l’andamento delle vendite rispetto all’anno precedente, quali i prodotti più richiesti e quali invece hanno subito la maggiore contrazione.
L’andamento dei singoli settori
La stabilità nelle vendite dichiarata dal 42% degli intervistati ha prevalso in tutte le categorie merceologiche, con segnali di incremento del volume degli affari nel 33% delle attività monitorate. I settori che hanno risposto meglio sono stati quello alimentare, l’elettronica di consumo, i libri, gli accessori moda e l’intimo. In calo l’abbigliamento tradizionale, la telefonia, il settore della gioielleria, probabilmente penalizzato dalle quotazioni dell’oro e quello dei giocattoli dove a tenere sono solo i prodotti più pubblicizzati.
Il periodo natalizio conferma inoltre un trend positivo anche per la maggioranza dei titolari di pubblici esercizi (72%), con punte di consumi in aumento per il 38% degli interpellati, soprattutto nei bar; a fronte di un 28% degli operatori che evidenzia invece una leggera flessione.
I più venduti
Analizzando invece le diverse merceologie più vendute, tra gli alimentari spiccano quelli legati alla tradizione del Natale e della nostra provincia: zamponi, cotechini e tortellini che continuano ad essere un classico sulle tavole di modenesi per le feste, come del resto panettoni e spumanti di produzione italiana. C’è stata una certa rinuncia da parte dei consumatori nell’acquisto di pesce in generale e vini pregiati: soprattutto quelli esteri. Se in tavola reggono le tradizioni, il mondo dei giocattoli e dei divertimenti ha fatto registrare un aumento di vendite per le costruzioni e per tutti i prodotti più pubblicizzati; lo stesso non si può dire per i giochi di società purtroppo poco richiesti. Andamento decisamente positivo anche per i commercianti che operano nel campo dell’elettronica: i computer portatili, soprattutto quelli di piccole dimensioni, sono stati tra i prodotti maggiormente acquistati. Per gli elettrodomestici invece, sono i televisori di ultima generazione a fare la differenza che hanno segnato un incremento del 20% rispetto lo scorso anno: dato su cui incide il passaggio al digitale terrestre. Si fermano gli acquisti di grandi e piccoli elettrodomestici (impianti stereo, aspirapolvere, frullatori, etc.) e telefoni cellulari di fascia media, causa soprattutto le promozioni attuate dai gestori della telefonia mobile.
Tra i settori che registrano un andamento più positivo troviamo quello dei libri, dove best seller e grandi autori sono risultati essere la tipologie più vendute, insieme ai libri di cucina. Consistenti poi le vendite di cosmetici, soprattutto creme da corpo e profumi, mentre l’abbigliamento, ad eccezione dell’intimo, accessori moda e calzature femminili molto richiesti durante questo periodo, rimane un settore che denota qualche difficoltà. La speranza comunque dei commercianti del settore moda è che prossimi saldi invernali possano risollevare le vendite.
Per quanto riguarda infine i pubblici esercizi, confermata la tendenza registrata già lo scorso anno di una diffusa abitudine a mangiare fuori casa nel periodo natalizio, compresi i giorni di festa come Natale e Santo Stefano. Curiosamente è aumentata confronto al 2009 nei ristoranti modenesi, la richiesta di menù a base di pesce rispetto ai piatti più tradizionali, contrariamente a quanto è avvenuto ad esempio, nell’acquisto di prodotti alimentari per pranzi e cenoni tipici in cui si è puntato di più sui prodotti della tradizione locale. Colazioni e prodotti da banco continuano ad essere una piacevole abitudine per i modenesi durante le feste, a cui si è aggiunto soprattutto quest’anno la scelta dell’aperitivo, come momento ulteriore in cui socializzare insieme a parenti e amici, e scambiarsi i tradizionali auguri di Natale, degustando un calice di vino.
“Nonostante le previsioni negative e la difficile situazione economica diffusa – sottolinea Confesercenti Modena – non si è verificato l’atteso e temuto stop dei consumi. Al contrario invece commercianti e gestori di pubblici esercizi evidenziano nella maggior parte dei casi una tendenza alla stabilità e alla crescita delle vendite, tracciando quindi un quadro sostanzialmente positivo. Le piccole e medie imprese commerciali rappresentano ancora un punto di riferimento importante per i modenesi, come del resto i centri storici cittadini sono vissuti come centri commerciali naturali grazie anche alle politiche di promozione attuate fino ad ora. Un altro aspetto importante: dall’indagine sono emersi stili di consumo, dettati soprattutto da una ridotta capacità di spesa, caratterizzati da maggior attenzione e sobrietà negli acquisti con un interesse particolare al rapporto qualità-prezzo che i consumatori hanno trovato nei piccole e medi esercizi commerciali”.
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